Inaugurato a Torino, il primo bar robotico d’Italia: grazie a un braccio meccanico avanzato, prepara fino a 60 bevande all’ora.
Nel cuore di Torino, in via Carlo Alberto, ha recentemente aperto il primo bar robotico d’Italia. Questo innovativo locale, chiamato Shaker, promette un’esperienza unica.
Infatti, unisce tradizione e tecnologia nel settore del food and drinks, grazie all’iniziativa di Makr Shakr, una società fondata da giovani torinesi nel 2015.
Dopo aver aperto diversi locali in tutto il mondo, la società ha deciso di portare la loro innovazione tecnologica nella loro città d’origine.
Il primo bar robotico a Torino: come funziona?
A differenza di un bar tradizionale, Shaker vede come protagonista un braccio robotico, soprannominato Toni Compatto, capace di preparare fino a 60 bevande all’ora.
Il robot è in grado di scegliere tra 70 bottiglie diverse, offrendo combinazioni di drink praticamente illimitate. Non solo cocktail, ma anche caffè e cappuccini rientrano nel suo repertorio, garantendo una vasta gamma di opzioni per i clienti.
Il locale non è completamente automatizzato. Accanto al robot, ci sono due baristi in carne e ossa. Questa combinazione permette di mantenere un tocco umano nell’esperienza di consumo.
I clienti possono effettuare gli ordini attraverso tablet disponibili nel locale, che forniscono aggiornamenti in tempo reale sulla preparazione delle bevande. Questo sistema elimina le code e riduce i tempi di attesa, migliorando significativamente l’efficienza del servizio.
Inoltre, entro la fine del 2024, Makr Shakr prevede di lanciare un’app che permetterà ai clienti di ordinare direttamente dal proprio cellulare e di essere avvisati quando il loro drink sarà pronto per il ritiro.
Non è la prima esperienza in Italia
Torino non è nuova a esperimenti di questo tipo. Già nell’estate del 2017, in Piazza Vittorio, Makr Shakr aveva introdotto un sistema di bartending completamente automatizzato, sebbene si trattasse di un’iniziativa temporanea.
Shaker, invece, rappresenta un investimento a lungo termine con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento per l’innovazione tecnologica nel settore.
Intervistato da Repubblica, l’ingegnere Filippo Zanotto ha riconosciuto che l’accoglienza iniziale potrebbe essere caratterizzata da scetticismo, ma ha espresso la speranza che, con il tempo, i clienti acquisiranno fiducia nel nuovo sistema.